Immagini in movimento e nuove tecnologie : lo sviluppo dell’industria cinematografica tra radio, televisione e scenari digitali
308 p
Thèse de doctorat: Università della Svizzera italiana, 2006 (jury note: Magna cum laude)
English
Italian
The present study concentrates on what technological innovation means to the film industry, and in particular according to which logic the cinematographic industry has evolved with respect to emerging technologies, cyclically adapting and remodelling its own productive processes. Delving into the social and technological history of the main optical devices which preceded the cinematographic apparatus the aim was to understand how these have supplied various important preamble to its birth (thanks to the development of movement in photographic image and to projection), and how it consequently experienced a true industrial maturation (in particular thanks to the development of the effects of realism and illusionism, of the narrative discourse and of the mass audience). To such effect not only the origins and reasons at the foundation behind the first fundamental technological “leaps” made by the big screen have been analyzed, but also the ripening of the relationships and influences originated by other means of communication which have accompanied the development of the film industry throughout the entire 20th century: radio and television. Particular attention has been placed on the examination of the innate implications in the actual development of digital images: the question to be answered is whether the passage from an analogical productive dimension to a digital develops in a linear way or if instead it comports a redefinition of the same nature of the product and of the cinematographic practice, as opposed to the case with other technological innovations. In other words, the goal was to verify if the digitalization process represents a simple extension of cinema’s natural evolution, or rather if the abandoning of the celluloid implicates a true reinvention of the practices of making and consuming cinema. The relevance of the problem is tied to the fact that today with digital cinema we witness a progressive change in the different segments of the film industry: of its models of production, distribution and programming. A matter of great relevance is why, if this is really a redefinition of that with which the cinematographic industry is presently been confronted, this marks the end of a cycle – that of the cinema invented at the end of the 19th century which played a fundamental role in modern culture –, and the beginning of a new cycle in audiovisual culture, based on the development of something which is no longer (merely) cinema, but also different from traditional televised content. In a season of renewed difficulty for the film industry, the attempt has been made to understand whether the digitalization process can represent another instrument at the disposal of industry’s actors to achieve goals which would have otherwise been difficult to carry out, and if “digital cinema” is profiled for the cinematographic industry as the inevitable substitute for the centenary analogical practice. In this transitional phase it is important to define the emerging characteristics and traits, analyzing the variables which participate in the transformation of long established productive and distributive models. The analysis of the analogies and of the complexities of the digital challenge in relation to the former technological and medial history of the film industry it is retained that it constitutes a useful clue for understanding a phenomenon which is still in evolution. The attempt will be made to answer the following questions: which are the actors that come into play in the various moments of the technological and industrial evolution of cinema? What forces stand at the base of the technological impulse within the film industry? Which interests retard their industry’s adoption? In what terms has the maturation of new technologies and mass media influenced the development of new forms of cinematographic production, distribution and programming?
Quanto il presente studio si propone di analizzare è secondo quali logiche l’industria cinematografica si sia evoluta rispetto alle tecnologie emergenti – in particolare quella digitale –, adattando e rimodellando ciclicamente la propria filiera. Approfondendo la storia sociale e tecnologica dei principali dispositivi ottici che hanno preceduto il mezzo cinematografico si vuole comprendere come questi abbiano fornito alcune importanti premesse per la sua nascita (grazie allo sviluppo del movimento, dell’immagine fotografica e della proiezione), e come abbia in seguito vissuto una vera e propria maturazione industriale (in particolare grazie allo sviluppo degli effetti di realismo e illusionismo, del discorso narrativo e del pubblico di massa). A tale scopo verranno presi in esame non solo le origini ed i motivi alla base dei primi fondamentali “balzi” tecnologici intrapresi dal grande schermo, ma anche la maturazione dei rapporti e delle influenze scaturite dal confronto con i mezzi di comunicazione che ne hanno accompagnato lo sviluppo per tutto il Novecento, la radio e la televisione. Particolare attenzione verrà posta nella disamina delle implicazioni insite nell’attuale sviluppo delle immagini digitali: la domanda a cui si vuole rispondere è se il passaggio da una dimensione produttiva analogica ad una digitale si situi nel solco di uno sviluppo lineare o se comporti invece una ridefinizione della natura stessa del prodotto e della pratica cinematografica, diversamente da quanto avvenuto con le precedenti innovazioni tecnologiche. In altre parole, si vuole verificare se il digitale rappresenti per il cinema una semplice estensione del proprio processo evolutivo, o se invece l’abbandono della celluloide implichi una vera e propria reinvenzione delle pratiche del fare e del consumare cinema. La rilevanza del problema è legata al fatto che con il cinema digitale si assiste oggi ad un progressivo cambiamento della filiera dell’industria cinematografica, dei propri modelli produttivi, distributivi e di programmazione. Una questione di grande importanza perché se è davvero una ridefinizione quella con cui l’industria cinematografica si sta attualmente confrontando, questa segna la fine di un ciclo – quello del cinema inventato alla fine dell’Ottocento che ha giocato un ruolo fondamentale nella cultura moderna –, e l’inizio di un nuovo ciclo della cultura dell’audiovisivo, basato sullo sviluppo di qualcosa che non è più (solo) cinema, ma anche diverso dai tradizionali contenuti televisivi. In una stagione di rinnovata difficoltà per l’industria cinematografica, si cercherà dunque di capire se il digitale possa rappresentare uno strumento ulteriore a disposizione degli operatori del settore per realizzare obiettivi altrimenti difficilmente perseguibili, e se il “cinema digitale” si profili per l’industria cinematografica come ineluttabile sostituto della centenaria pratica analogica. In questa fase di transizione dall’analogico al digitale si ritiene di primaria importanza definire quali siano le caratteristiche ed i tratti emergenti, analizzando le variabili partecipi della trasformazione di modelli produttivi e distributivi lungamente consolidati. L’analisi delle analogie e delle complessità della sfida digitale a fronte del precedente vissuto tecnologico e mediale dell’industria cinematografica si ritiene costituisca un’utile chiave di lettura di un fenomeno ancora in evoluzione. Si cercherà pertanto di rispondere alle seguenti domande: quali sono gli attori che entrano in gioco nei diversi momenti dell’evoluzione tecnologica e industriale del cinema? Quali le forze alla base delle spinte tecnologiche entro la filiera cinematografica? Quali gli interessi che ne ritardano l’adozione da parte dell’industria? In quali termini la maturazione di nuove tecnologie e mezzi di comunicazione di massa condiziona lo sviluppo di nuove forme di produzione, distribuzione e programmazione cinematografica?
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Language
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Classification
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Information, communication and media sciences
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License
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